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Il palju di Rabat e altre tradizioni maltesi discutibili

icona Sabryland.com con bandiera di Malta al centro

Qualche giorno fa ho assistito inerme al Palju di Rabat: la tradizionale corsa di asini e cavalli organizzata durante il festival di l-imnarja, la festa dei Santi Pietro e Paolo qui a Malta. Approfitto di questo blog per buttare giù due righe di mie personali considerazioni su questa e altre tradizioni maltesi molto discutibili.

Partiamo innanzitutto da una premessa, doverosa.

Il 28 ed il 29 giugno di ogni anno viene celebrata in grande stile la festa di Imnarja. Una ricorrenza molto sentita, con testimonianze di festeggiamenti risalenti addirittura ai tempi dei Cavalieri di Malta, nel XVI secolo. Il nome dell’evento deriva dal latino “luminare”, accendere, perché la popolazione era solita accendere torce e candele per i due martiri cristiani San Pietro e San Paolo. 

Col passare del tempo la tradizione di carattere esclusivamente religiosa è andata un po’ scemando, lasciando il posto a usanze che di cattolico hanno oggettivamente poco e niente. Una di queste è il Palju di Rabat.

La storia della corsa di asini e cavalli

L’usanza di questa corsa è da ricercare nel periodo dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.

Il Gran Maestro assisteva all’evento da “il-loġġa tal-palju“, una postazione rialzata situata sulla collina di Saqqajja, poco distante da Rabat e dal Mdina Gate. Fu disegnata da Lorenzo Gafà e costruita dal capomastro Salvu Borg da Siġġiewi nel 1696, durante il regno di Adrien di Wignacourt.

La loggia consiste in una struttura architettonica con un’arcata semicircolare, il pavimento è rivestito di pietre e il muro interno della tribuna riporta una targa che commemora la sua inaugurazione. Nel 1932 il luogo è stato incluso nell’elenco delle antichità protette e nel 2009 è stato schedato dal Mepa come un monumento nazionale.

Ed è proprio da qui che il vincitore della gara veniva e viene tuttora presentato al pubblico e premiato con il “palju”, un trofeo o una coppa.

Il palju di Rabat - la loggia sulla collina di Saqqajja
la loggia sulla collina di Saqqajja

La gara, il caldo e i cavalli

Da programma dei festeggiamenti per l’Imnarja, la corsa avrebbe dovuto tenersi nel tardo pomeriggio del 29 giugno. Io mi sono recata a visitare Mdina al mattino e, essendo la collina di Saqqajja poco distante, sono andata a dare un’occhiata a quella che è ancora definita una parte importante di questo evento.

Quando sono arrivata erano da poco passate le 16, quindi non proprio “tardo pomeriggio”.

Non ero in realtà pronta a quello che avrei visto.

Mi sono trovata in cima ad una collina sovrastata dalla loggia di cui sopra, che esponeva – tronfia – i premi da consegnare alla fine ai vincitori della corsa. Sui lati della strada di campagna molte persone che attendevano con ansia l’arrivo dei partecipanti in una tipica giornata torrida di fine giugno a Malta.

  • Un vociare eccitato,
  • urla di incitamento
  • e persone che si accalcavano all’unico furgoncino che vendeva gelati e bibite fresche.

Questa era la situazione che circondava la corsa. Perchè poi sì, c’era la gara.

Ed ecco che sono arrivati i primi cavalli: stremati, costretti a correre sull’asfalto bollente e a sopportare colpi, strigliate e sgridate da fantini e altri aiutanti.

Uno spettacolo indecoroso!

 La fine del palju di Rabat? 

Il titolo di questo paragrafo è provocatorio ma è il mio auspicio.

Troppo spesso i cavalli a Malta sono maltrattati e costretti a:

  • trascinare carrozze in giro per città come Mdina e Valletta, solo per la “gioia” (?) di turisti che mi limito a non definire in alcun modo;
  • partecipare a corse sotto il sole cocente, soffrendo la sete e la stanchezza;
  • sopportare strigliate e camminare sull’alfalto, non proprio il terreno ideale per loro!

Spero che il Palju di Rabat, che ogni anno attira numerosi maltesi appassionati e diversi turisti curiosi prima e inorriditi poi, termini presto il suo corso.

La tradizione è durata decisamente troppo.

Sarebbe ora di finirla qui e mantenere, riprendere – o magari creare – tradizioni, usi e costumi meno violenti e più rispettosi di animali e natura che ci circondano!

Vale davvero la pena ricorrere ad una violenza simile solo per un trofeo di poco valore? Io non credo.

Il palju di Rabat - i premi esposti sulla loggia sulla collina di Saqqajja
i premi del palju di Rabat