Leggendo un libro, mi sono imbattuta in questa foto.
L’autore mi chiedeva di descrivere la scena e il sentimento che mi evocava.
Non nascondo che le prime impressioni sono state di amore, affetto, dolcezza di una 𝓂𝒶𝒹𝓇𝑒 che si prende cura del proprio cucciolo portandogli da mangiare.
NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO
Ad un’occhiata più attenta si potrà distinguere una sostanziale differenza tra i due uccelli fuori dal nido (due cinciallegre) e il “grassone” al suo interno. Il 𝘤𝘶𝘤𝘤𝘪𝘰𝘭𝘰 non è altro che un c̲u̲c̲u̲l̲o̲: un usurpatore, deposto dalla madre in un nido altrui che non si fa problemi a sbarazzarsi delle altre uova del nido – e perfino dei piccoli già nati – e a ingannare i 𝕘𝕖𝕟𝕚𝕥𝕠𝕣𝕚, i quali, spinti da un innato senzo del dovere, continuano a portargli del cibo fino all’inevitabile morte per sfinimento.
Tutto questo si chiama BIAS COGNITIVO e ci porta a presumere di sapere cosa vediamo in un’immagine, ma anche in qualsiasi evento che ci capita di vivere direttamente o indirettamente.
Il nostro sistema di 𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦𝘰𝘵𝘪𝘱𝘪, 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪 e 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘪𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 condiziona il nostro modo di interpretare ciò che ci circonda perché ci impedisce di considerare:
- tutti i dettagli,
- le potenzialità,
- le incongruenze,
- i punti di vista
- e le prospettive… anche quelle meno ovvie.
E ᗩᒪᒪOᖇᗩ ᑕᕼE ᖴᗩᖇE?
Facciamo in modo di vedere cosa c’è, non quello che ci aspettiamo di vedere. Sεmρrε!
libro: “Minuti scritti” di Annamaria Testa
considerazioni: Sabrina Furia