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icona Sabryland e bandiera Gibilterra

Oggi vi riporto un estratto del mio “diario di viaggio” risalente a novembre 2016. In quel periodo ho attraversato l’Italia e la Spagna per arrivare a Gibilterra: una piccola striscia inglese ai confini di una terra spagnola molto spesso dimenticata.

Molte cose sono cambiate da quel momento. Paesi, esperienze e altri viaggi si sono aggiunti alla mia collezione e alla mia vita… e rileggere queste parole piene di fiducia verso il futuro nonostante le disavventure durante il tragitto Italia – Gibilterra mi dà una buona carica.

Buona lettura!

Viaggio per Gibilterra: senza fine!

Mercoledì 16 novembre 2016. Ed eccomi qui con un nuovo inizio da costruire in un posto del mondo un po’ inaspettato ma del quale sentivo la necessità per scrollarmi di dosso il negativismo che negli ultimi mesi mi portavo dietro come un pesante fardello.

Ieri ho dunque affrontato un viaggio infinito, l’ennesimo viaggio della speranza ai quali sono solita perché io con le destinazioni facilmente raggiungibili non vado per niente d’accordo! La mia precedente destinazione è stata Roma… cioè, per raggiungerla dovevo solo prendere un aereo o un bus o un treno e fare al massimo 7 ore…
No, no, troppo semplice!

I mezzi che ho preso per raggiungere Gibilterra, in Emoticons: 🚗+✈️+✈️+🚌+🚶‍♀️

Fase 1: Partenza da Lamezia Terme per Roma

Vi racconto!

Parto da Lamezia Terme (Calabria) con l’aereo delle 06:40 (quindi sveglia alle 5 e arrivo di corsa in aeroporto!). Passo il momento check-in imbarcando una valigia che avrebbe dovuto essere massimo 23kg e invece era poco meno di 24kg…

Supero brillantemente la fase dei controlli senza neanche il bisogno di togliere le scarpe (e per scarpe intendo gli scarponcini della Timberland)!

Mi accorgo di star facendo la fila per l’imbarco per Milano 😱 e mi correggo, dirigendomi verso l’uscita per Roma.
Ok, sono in aereo! Si parte!

Fase 2: Arrivo, attesa e partenza da Roma

Arrivo a Roma alle 07:50 con un sonno addosso incredibile.

L’altro aereo è alle 10:40, con imbarco alle 9:35. La valigia la prendo direttamente alla destinazione finale dunque resto nell’area degli imbarchi e cerco un punto di ricarica perché nel frattempo la batteria del telefono sta dando i primi segni di cedimento.

Aspetto un po’, girovago, leggo qualche pagina del libro di John Peter Sloan su come apprendere lo spagnolo con il suo metodo innovativo, e nel frattempo non perdo d’occhio l’uscita B16. Questa uscita, prima presa d’assalto da persone dirette a Berlino, si è poi pian piano svuotata e il famoso aereo per la città tedesca è partito con ben 30 minuti di ritardo a causa di tre passeggeri che non si sono presentati…

Dunque sono le 09:35 e ancora al banco non c’è nessuno, né passeggeri che devono volare con me né personale Alitalia! Controllo un numero indefinito di volte i monitor per assicurarmi di essere al posto giusto: .
Ok, aspetto.

Arriva altra gente e finalmente alle 10:00 iniziano le procedure di imbarco ma manca ancora il pullman che porta all’aereo.
Aspettiamo ancora.

Eccolo, si sale! Dopo un tragitto lungo minuti interminabili arriviamo all’aereo… occupo il mio posto al finestrino e i due posti accanto a me sono liberi! Che meraviglia! 
Si va!

Fase 3: atterraggio e disavventure all’aeroporto di Malaga

Viaggio andato benissimo.
Arrivo a Malaga alle 13:00, ben 20 minuti in anticipo! wow!

Il mio livello di spagnolo non è molto avanzato ma per fortuna le indicazioni per il recupero bagagli sono anche in tedesco e in inglese (mi aiutano entrambe).
Ok, la sezione è la numero 35… aspetto insieme agli altri ma niente.
Neanche si attiva il rullo, è fermo, ma che succede?

Arriva un tizio dell’aeroporto che dice – ovviamente in spagnolo – che si sono sbagliati e i bagagli sono al numero 39. Ok, ci può stare… vado a vedere e non vedo la mia valigia.

Chiedo al tizio se quelle sono TUTTE del volo da Roma, mi risponde di sì e già inizio a pensare a quale procedura fare per la denuncia del bagaglio smarrito. 😫 Poi il tizio mi dice che se ho fatto scalo a Roma ma sono partita da un altro aeroporto il bagaglio è al numero 34.

I miei occhi si illuminano di speranza e mi dirigo verso il 34… titubo perché è la sezione dedicata ai bagagli provenienti dai Paesi extra UE e la cosa mi puzza… butto un’occhiata attraverso le porte scorrevoli e la vedo: rossa fiammante con quell’inutile cintura verde.

Ok, entro, la controllo, è intatta e ha un’etichetta “Hot luggage” (la butto con nonchalance nella tasca anteriore) e vado verso l’uscita… poi vedo due sezioni:

  • “Qualcosa da dichiarare” e
  • “Niente da dichiarare”.

Facendo la “gnorri” (do you know what does it mean “gnorri”? 😇😂) vado verso la seconda ovviamente… ma mi ferma un tipo in divisa con un improvviso “HOLA!”!

Gli dico che non parlo spagnolo e mi chiede da dove vengo. Rispondo “Italy” e lui “Only Italy?” controllando il talloncino della valigia.

Comunque mi lascia andare ed esco nel prorompente autunno di Malaga: 20° con un sole caldo da morire!

Fase 4: navetta Malaga – Gibilterra

Per arrivare a Gibilterra devo prendere una navetta, in lontananza ne vedo una e faccio la fila.
Quando è il mio turno chiedo all’autista se va alla stazione degli autobus. Ok, è quella giusta! Faccio il biglietto e si va!

A casa avevo fatto i compiti e avevo segnato le fermate fino alla stazione in modo da controllarle durante il viaggio e sapere dove scendere, quindi non ho avuto nessun tipo di problema. Olè!

Arrivata in stazione dei bus, ho ben 2 ore prima di prendere l’autobus fino a Gibilterra. Che fare? Mi ricordo di non aver mangiato quasi nulla e decido di prendere qualcosa alla caffetteria/bar.

Inutile dire che il tizio parla solo in spagnolo. Alla fine prendo un panino con prosciutto crudo (jamon serrano) e una bottiglia di acqua (agua) e il tizio continua a dirmi “guapa, muy guapa”. 😅 Ovviamente quando vado via mi saluta con un “adios guapa!” 🇪🇸👋🏻

Vado in biglietteria per chiedere da quale piattaforma parte il bus e mi spediscono alla numero 15. Mi siedo alla panchina e aspetto, aspetto

Arrivano le 16:30. Sistemo la valigia e prendo il mio posto al numero 4. Ovviamente accanto a me c’è un signore che puzza da morire. 😖
Mi giro dall’altra parte e cerco di dormire.

Dal finestrino guardo il nuovo paesaggio che si palesa davanti a me… città e paesini sulla Costa del Sol a prima vista tenuti molto bene e nei quali si vive di sole e di mare, sì, pure a novembre.
Una prima impressione positiva. Bene.

Ci siamo, alle 19:30 arrivo alla stazione degli autobus de La Linea la de Conception ed è qui che comincia un nuovo capitolo della mia vita! Gibilterra è a due passi, al di là del boarder. Da domani attraversarlo ogni giorno diverrà una mia nuova abitudine.

Sono pronta. ♡

Arrivare a Gibilterra... e salire su un cannone!